Spopolano le fake news riferite al mondo dell’alimentazione e durante il primo lockdown sono aumentate a dismisura. Da un’indagine condotta dalla Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati nel periodo marzo–settembre 2020, infatti, è stato evidenziato come le fake news sul mondo agroalimentare, abbiano registrato un +33%. Un dato preoccupante perché le bufale enogastronomiche, oltre a danneggiare l’economia interna, indeboliscono la credibilità del nostro made in Italy e di alcuni dei nostri prodotti migliori.
Internet e i social sono divenuti ormai i canali privilegiati dove poter trovare “informazioni utili” su miracolose diete fai da te, su quali cibi siano sani e quali dannosi, su come perdere chili in eccesso in pochi giorni e su cosa mangiare per mantenere il corpo in salute. Alcune di queste notizie, tuttavia, forniscono informazioni dannose, alimentate da sedicenti esperti e falsi nutrizionisti che potrebbero mettere in pericolo la salute delle persone.
Fra i rischi che si annidano fra le pagine della rete c’è quello di imbattersi in consigli nutrizionali dove i rapporti calorici raccomandati non sono rispettati, con conseguente carenza di nutrienti fondamentali per l’organismo, perdita di vitamine e minerali ed l’indebolimento del sistema immunitario. La categoria più a rischio è quella dei teenagers, seguita dalle donne. E cosa dire dei cibi da bandire come nocivi per la salute come la carne rossa, prodotti caseari e olio extravergine d’oliva? Autentiche bufale montata ad arte allo scopo di attirare l’attenzione e ricevere qualche manciata di click. Il costo in termini di salute e di ricaduta economica sulle nostre eccellenze è altissimo. Chi scrive e mette online queste “notizie” non sa, o forse fa finta di non sapere, che le filiere italiane sono certificate e garantite con prodotti di assoluta qualità e tracciamento di provenienza.
Le fake news sono state e sono tutt’oggi, uno dei maggiori pericoli da cui difendersi in rete. Internet e i social non sono le fonti primarie a cui dare credibilità. Se si vuole perdere peso o semplicemente conoscere le capacità nutritive di un alimento è necessario informarsi correttamente. Rivolgersi sempre a persone qualificate che sapranno trovare il rimedio più giusto e sano, salvaguardando la salute e le caratteristiche individuali di ognuno. In ogni caso, è sempre bene rivolgersi ai canali istituzionali ufficiali che pubblicano periodicamente studi scientifici che sfatano tanti luoghi comuni errati sull’alimentazione. Informarsi correttamente è l’unico modo per avere un quadro di analisi serio e sicuro che metta al riparo dalle suggestioni e dai consigli dei “cattivi maestri”.
L’industria molitoria italiana rappresenta tradizionalmente un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo per la notevole abilità nel selezionare e trasformare le differenti tipologie e qualità di frumento, sia di provenienza nazionale che estera. Un settore che appare centrale a maggior ragione nella fase complessa che stiamo attraversando a causa della pandemia.
Nonostante la volontà di tutelare le aziende del comparto manifestata a livello politico, nella Legge di bilancio 2021 è stato approvato un emendamento che prevede a carico di chiunque detenga, a qualsiasi titolo, cereali e farine di cereali, l’obbligo di certificare all’interno di un apposito registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), l’insieme delle operazioni di carico e scarico relative alla commercializzazione o alla trasformazione di cereali e di sfarinati a base di cereali.
A ben vedere si tratta di una norma discriminatoria in quanto la sua operatività è limitata al solo comparto cerealicolo nazionale. In nessun altro Stato è prevista una legislazione analoga, pertanto appare chiaro l’intento politico di scoraggiare le importazioni dal momento che la produzione nazionale è carente rispetto al fabbisogno dell’industria. Tale disposizione rischia di danneggiare fortemente l’industria alimentare nazionale, con particolare riguardo a quei settori che si trovano costretti ad importare materie prime pur osservando scrupolosamente gli adempimenti richiesti dalla normativa sanitaria vigente.
La previsione di ulteriori prescrizioni amministrative, inoltre, finisce per generare nel consumatore timori che non appaiono giustificati alla luce dell’attuale normativa nazionale e comunitaria in materia di etichettatura che garantisce la completa tracciabilità dei passaggi che avvengono nell’intera filiera.
Per tali ragioni i rappresentanti delle categorie interessate chiedono l’apertura di un tavolo con le istituzioni preposte per discutere di sburocratizzazione, semplificazione ed eliminazione di nuovi adempimenti che comportano oneri aggiuntivi non soltanto sotto il profilo amministrativo ma anche economico.
Non è un caso che l’Italmopa, l’Associazione Industriali Mugnai d'Italia, abbia manifestato l’intenzione di intervenire per salvaguardare le imprese che operano nel comparto molitorio nazionale al fine di favorire il confronto, la trasparenza e verificare che dietro tali misure non si nascondano interessi politici e corporativi.
Il settore delle bevande analcoliche ha un valore in Italia pari a 4,9 miliardi di euro. Attraverso la presenza di imprese industriali in tutte le Regioni italiane viene alimentato un impatto economico-sociale rilevante nella Filiera a monte e a valle, ad esempio nei luoghi di consumo “fuori casa”, che per l’economia nazionale circa 2,5 miliardi di euro di valore aggiunto.
Da anni ormai il settore è impegnato in significative attività per migliorare impatto ambientale e nutrizionale, con una costante sviluppo di migliorie concrete. Le riduzioni delle emissioni, del consumo di acqua nella produzione e la ricerca di soluzioni di imballi in linea con l’Economia circolare sono al centro di innovazioni, così come l’ampliamento dell’offerta di bibite nelle versioni con zucchero, con meno zucchero e addirittura senza calorie.
Spesso il settore è avvicinato ai temi critici legati all’impiego di plastica, per quanto utilizzi solo il 3% del totale degli imballaggi in plastica monouso in Italia; così come sui temi nutrizionali, nonostante i consumi in Italia non superino l’1% del totale calorie assunte dagli italiani.
Dopo anni di attenzione, anche nel minor impiego di plastica, il Settore si è impegnato a usare solo plastica 100% riciclabile in bottiglie, tappi, etichette e ricorrere sempre più a plastica riciclata per le bottiglie.
I consumi di bibite analcoliche, quali aranciate, chinotti, spume, gassose, cole, etc, sono contenuti nel nostro Paese (agli ultimi posti nelle classifiche UE) e in calo da 10 anni nelle versioni zuccherate. Ciononostante negli ultimi anni grazie ad un Protocollo tra Industria e Ministero della Salute si sono ridotto del 22% le calorie immesse in consumo tramite soft drink.
Un’azione coordinata da ASSOBIBE, l’associazione nazionale di categoria che nel sistema Confindustria rappresenta le aziende del comparto.
La salsa di pomodoro è parte integrante della nostra alimentazione, giova alla salute ed è utile per realizzare tantissime ricette. Non tutti sanno che il pomodoro cotto con un leggero soffritto a base di olio extravergine di oliva, cipolla o aglio, contiene elementi preziosi come la vitamina C, i carotenoidi e decine di sostanze antiossidanti tra cui il licopene, utile al benessere del nostro cuore e a prevenire diverse malattie. Infatti, il processo di cottura è in grado di fissare questo elemento, responsabile del colore rosso tipico del pomodoro. Quest'ultimo se cotto non altera, durante la digestione, il potere benefico del licopene che protegge le cellule del nostro corpo da fenomeni ossidativi.
Quindi, il pomodoro dopo la cottura diventa più biodisponibile e ha un effetto probiotico maggiore nell’intestino stimolando la crescita del Lactobacillus reuteri, fondamentale per mantenere in equilibrio l'organismo. Il pomodoro è un frutto estivo che ben si presta a essere utilizzato tutto l’anno.
L’ANICAV - Associazione Nazione Industriali Conserve Alimentari Vegetali - che associa le industrie che trasformano pomodoro, quest’anno, anche per dare forza in termini di rappresentanza alle numerose aziende associate che dedicano parte della produzione al biologico, un segmento in costante crescita con importanti risultati sia in termini di produzione che di valore, ha costituito una sezione merceologica dedicata al pomodoro biologico il cui coordinamento è stato affidato ad Alessandro Squeri, Direttore Generale di Steriltom Srl e Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Federalimentare e a Carmine Alfano dell’azienda Coppola Spa.
I dati parlano chiaro: nel 2019 in Italia il fatturato del pomodoro biologico è stato di 250 milioni di euro. In aumento anche i consumi, sia sul mercato nazionale che estero: nel nostro Paese solo nell’ultimo triennio, la crescita si è aggirata intorno al 15% con un aumento in valore che supera il 20%, il che dimostra l’interesse del consumatore verso questo prodotto.
Il Made in Italy è marchio di eccellenza e di qualità anche nella colazione. Secondo gli analisti la tavola della prima colazione degli italiani è la più equilibrata nel rapporto calorico e nella scelta giusta degli alimenti ed è, inoltre, quella che dà all’organismo i maggiori benefici in termini di salute e di energia.
Che sia una colazione “mordi e fuggi” oppure lunga, per gli esperti è fondamentale non saltarla mai. Da studi recenti, infatti, si è stabilito che la colazione è davvero il pasto più importante della giornata perché, se ben bilanciata nella sua componente calorica-nutrizionale, conferisce all’organismo l’energia necessaria per affrontare la giornata con la giusta carica. Ne sono convinti il 91% degli italiani secondo l’analisi dell’Istituto Eumetra per Unione Italiana Food.
Accanto al tempo, altra componente nuova che si lega al momento della colazione, è quello di viverla con calma e possibilmente in casa. Questo ultimo dato, spiegano gli esperti, fa parte di quel cambio di abitudini che la pandemia ha provocato, per cui nella scelta degli italiani, lì dove è possibile, si sceglie di farla in famiglia con i giusti tempi e con i giusti alimenti.
Secondo i dati diffusi da Unione Italiana Food, i minuti trascorsi intorno al tavolo, insieme alla propria famiglia, sono fondamentali per assumere tutti i nutrienti necessari per sentirsi in piena forma almeno fino all’ora di pranzo. Infatti, sottolinea la ricerca, per oltre 3 italiani su 4 migliorare la colazione rientra tra i buoni propositi del 2022: in particolare, la maggior parte dichiara di voler mangiare con più calma (42%), ma anche di voler dedicare più tempo alla preparazione di questo pasto (10%). Durante il primo lockdown, sottolinea lo studio, 1 italiano su 3 ha riscoperto il valore della prima colazione in famiglia o con il partner e il 28% ha dedicato più tempo al primo pasto della giornata, con un picco del 35% nella fascia 18-34 anni.
Ma quali sono gli alimenti che si trovano sulle tavole degli italiani? Tutti gli esperti in nutrizione concordano sul fatto che sia necessario portare in tavola tutte le mattine un frutto di stagione. La frutta fresca, insieme ai cibi solidi e liquidi, bisognerebbe assumerli quotidianamente per fornire all’organismo tutti i nutrienti essenziali ed energetici. In più, negli ultimi due anni sono cambiate le abitudini degli italiani che ai classici alimenti della mattina - caffè, te, acqua, succhi di frutta, marmellata e cereali – hanno incrementato il consumo di frutta, soprattutto ricercando cibi ricchi di vitamina C.
La colazione italiana, dunque, con il suo mix di carboidrati, proteine, vitamine, zuccheri semplici e lipidi, per gli studiosi garantisce il giusto apporto calorico favorendo il metabolismo e riattivando tutte le componenti energetiche. Accanto alle giuste scelte in fatto di alimentazione, gli esperti sono concordi nel dire che nel post pandemia la colazione è diventato il momento giusto per riscoprire l’importanza di questa sana e fondamentale abitudine alimentare alla quale, sottolineano, è importante dare il giusto tempo e spazio per rigenerare fisico e mente, aiutando l’organismo a rafforzarsi.
Un’alimentazione equilibrata non può prescindere dal consumo di frutta e verdura. A evidenziarne i benefici, in termini di salute e per un corretto stile di vita, il Ministero della Salute che, in collaborazione con il TaSiN (Tavolo Tecnico sulla Sicurezza Nutrizionale), ha presentato lo studio “Salute a portata di mano: Decalogo per il consumo di frutta e verdura”, (vedi decalogo) un documento che ha l’obiettivo di incrementare il consumo di frutta, verdura, legumi e cereali integrali nelle famiglie e soprattutto nei più piccoli.
Lo studio del Ministero, che recepisce le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della FAO, contiene una serie di indicazioni pratiche pensate da un lato, per sensibilizzare i genitori ad adottare e promuovere un'alimentazione varia ed equilibrata per tutta la famiglia, e dall’altro per evidenziare come una corretta alimentazione non possa prescindere dal consumo quotidiano di frutta e verdura.
I prodotti oggetto dell’analisi e dello studio sono alla base della dieta mediterranea (patrimonio dell’UNESCO dal 2010) e perciò fanno parte del patrimonio alimentare al quale bisogna fare riferimento per prevenire l’insorgenza di patologie cronico-degenerative, sovrappeso e obesità. Queste ultime, secondo i dati forniti da Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, colpiscono un adulto su due ed evidenziano come circa il 53% dei cittadini europei è in sovrappeso con un 17% in condizioni di obesità.
Il decalogo del Ministero, attraverso la consultazione dei 10, ha la volontà di incoraggiare all’interno delle famiglie il consumo di frutta e verdura e sensibilizzare i più piccoli ad adottare i principi di una sana alimentazione. Una dieta bilanciata è il risultato di scelte quotidiane che prevedono il consumo di alimenti appropriati e correttamente combinati come frutta, verdura, legumi, cereali e un consumo moderato di sale, dolci e bevande caloriche.
Conoscere la diversità delle risorse alimentari, la loro stagionalità e tipicità nonché le filiere alimentari e le loro caratteristiche produttive, permette di scegliere consapevolmente e variare la dieta rendendola ricca, completa e a difesa dell’organismo.
Oltre ai prodotti sfusi, in vendita nei mercati e nella grande distribuzione, l’industria oggi mette a disposizione dei consumatori una vasta gamma di prodotti già pronti e puliti, come quelli della IV gamma, e surgelati, che mantengono intatte tutte le preziose virtù dei vegetali: comodi, già pronti e antispreco, mangiare frutta e verdura non è mai stato così facile.