Il comparto agroalimentare rischia la paralisi. Il caro bollette, con i prezzi di elettricità e gas che non accennano a diminuire, l’inflazione che viaggia a ritmi sostenuti e il costo sempre maggiore delle materie prime, stanno preoccupando il comparto agroalimentare e i settori produttivi collegati che temono di subire una dura contrazione in termini economici e produttivi. 

A sottolineare le preoccupazioni del settore, il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, che recentemente ha invitato il premier Draghi a porre in essere “misure urgenti per arginare la situazione emergenziale” facendosi promotore di “iniziative a livello europeo per l’adozione di provvedimenti che tutelino le imprese da speculazioni globali riconducibili anche a fattori di natura geopolitica”.

La situazione attuale, infatti, se non affrontata adeguatamente, potrebbe frenare sia la produzione intera, con il possibile blocco di alcune linee produttive industriali, sia potrebbe incidere negativamente sull’export con ripercussioni sulla bilancia economica nazionale.

Federalimentare sottolinea come il costo dell’energia elettrica sia passato in media dai 40-45 € Megawatt/h ai 300 € Megawatt/h e quello del gas da 0,17 € al metrocubo a 1,30 € al metrocubo. Numeri che, sommati ai rincari delle materie prime, stanno di fatto portando i costi aziendali fuori controllo. Si va dall’incremento del 61% del legname a quello del cartone (+31%), della banda stagnata (+60%), della plastica per agroalimentare (+72%), del vetro (+40%), ai quali si aggiungono le impennate, dal 400% al 1000%, di container e noli marittimi. 

A farsi carico degli aumenti energetici in atto sono principalmente le imprese, che si stanno sobbarcando da sole i maggiori oneri anche perché la GDO non riconosce gli aumenti che le aziende stanno affrontando. Per rendere meno gravoso l’impegno produttivo attuale ed evitare danni irreparabili alle imprese, è necessario che il peso dei costi venga distribuito lungo tutta la filiera agroalimentare e che il Governo metta in campo provvedimenti per sostenere le aziende e scongiurare anche una possibile contrazione dei consumi. 

 “L’industria alimentare – ha dichiarato Ivano Vacondio – ha un ruolo sociale fondamentale per cui le nostre aziende non possono permettersi di chiudere ma se i prezzi dell’energia continuano a lievitare in questo modo, con aumenti che arrivano oggi al +200-300%, la chiusura per molte PMI diventerà inevitabile. L’Italia in questo momento – ha proseguito – sta pagando anche il massiccio impego di risorse investite per raggiungere la sostenibilità ambientale che, purtroppo, sta facendo pagare al Paese un prezzo sia in termini economici sia sociali e che in buona parte stanno contribuendo anche al caro bollette. Per scongiurare uno scenario a tinte fosche – ha concluso –  chiediamo ufficialmente aiuto al governo affinché tuteli le piccole e medie imprese del settore che rappresentano il 90% dell’intero comparto agroalimentare”.