Tempo di esami a scuola, e i nutrizionisti rassicurano: ben venga assecondare la voglia di un po’ di zucchero per tirar avanti nello studio con piùenergia. Limportante è non esagerare. Lo zucchero è un “carburante” essenziale per il corpo umano e il buon funzionamento del cervello e del sistema nervoso. Infatti lo zucchero fornisce energia al corpo sotto forma di glucosio e si calcola che ogni giorno il nostro cervello ha bisogno di circa 130 grammi di glucosio per funzionare al meglio.

 

ZUCCHERO “CARBURANTE” DEL CERVELLO 

Secondo gli sudi diffusi dall’Efsa e dal British Journal of Nutrition, riportati dal sito “Informati di zucchero”, lo zucchero è un ottimo alleato degli studenti e di chi svolge attività lavorative mentalmente impegnative. I ricercatori hanno infatti dimostrato che cali rapidi nella disponibilità di glucosio nel sangue possono influire negativamente sullattenzione, la memoria e lapprendimento. Al contrario, la somministrazione di glucosio può migliorare il funzionamento cognitivo, in particolare lattenzione e la memoria.

 

ZUCCHERO NON CAUSA OBESITÁ, DIABETE

I ricercatori e istituti autorevoli di riferimento come l’Efsa e l’American Diabetes Association hanno anche replicato a chi ritiene che lo zucchero faccia ingrassare o favorisca il diabete e l’obesità. Gli studi prodotti hanno dimostrato che lo zucchero non è la causa del diabete, che sarebbe invece causato dallinadeguata produzione, o dalla totale mancanza, dellormone insulina. Lorganismo ha infatti bisogno dellinsulina per mantenere i livelli di glucosio nel sangue nella norma; nei diabetici la risposta insulinica è alterata in quanto il glucosio non riesce ad essere correttamente metabolizzato e rimane elevato nel sangue, apportando nel tempo molti danni allorganismo. La forma più frequente di diabete è detta diabete mellito (di tipo 2), e riguarda circa il 90% delle persone affette da diabete nel mondo. Gli studi scientifici dimostrano che il principale fattore di rischio per questa patologia è lobesità, associata allassenza di attività fisica: mantenere un peso corporeo adeguato, attraverso unalimentazione corretta e la giusta attivitàfisica, è di fondamentale importanza per i soggetti diabetici che possono includere gli zuccheri complessi nella loro alimentazione come parte di una dieta equilibrata. Non esiste inoltre alcuna evidenza scientifica che provi lesistenza di una relazione causale tra il consumo di zucchero e laumento di peso o lobesità.

Lo stesso discorso vale per lo zucchero “aggiunto”. Un recente studio epidemiologico ha smentito questa correlazione, dimostrando ad esempio che in alcuni paesi, come Canada e Australia, alla generalizzata riduzione del consumo di zuccheri nella dieta ha fatto fronte un aumento di obesità, diabete e patologie correlate. Attribuire ad un singolo nutriente la responsabilità di un fenomeno complesso come lobesità, sottolineano i ricercatori, è riduttivo e semplicistico. Laumento di peso avviene quando le calorie assunte con il cibo sono superiori allenergia consumata dal nostro metabolismo e con lattività fisica: questo vale per tutti i tipi di alimenti, non solo per gli zuccheri. Risulta evidente che ci sono alcuni fattori, come la sedentarietà e una scarsa educazione nutrizionale, che giocano un ruolo da padroni nel dilagare di questa patologia.

 

ZUCCHERO NON UNICA CAUSA DI CARIE 

Altra credenza da sfatare nei confronti dello zucchero è che sia lunica causa dellinsorgenza di carie. In realtà, secondo lEfsa, sono molti i fattori, oltre al consumo di carboidrati, che influenzano lo sviluppo di carie: tra questi abbiamo ligiene orale, lesposizione al fluoro, la predisposizione genetica e la frequenza di consumo alimentare. Tutti i carboidrati fermentabili contenuti nel cibo possono contribuire allo sviluppo della carie: essa si forma infatti quando i batteri della placca dentale fermentano lamido e gli zuccheri, producendo degli acidi che a loro volta erodono lo smalto del dente. Questi carboidrati fermentabili sono presenti non solo negli alimenti e nelle bevande dolci, ma in molti cibi compresi frutta, verdura e ortaggi. Secondo vari studi scientifici, il rischio di carie dentale è influenzato non tanto dalla quantità di carboidrati fermentabili assunti, quanto dalla frequenza con cui tali nutrienti vengono ingeriti e soprattutto da un’igiene orale non appropriata.

 

SOFT DRINK, ZUCCHERO E CALORIE IN DISCESA 

Per garantire un’ampia gamma di offerta ai consumatori con prodotti anche con meno, o senza, zucchero, l’industria italiana dei “soft drink” ha lavorato molto sullinnovazione e su nuove ricette.

Questo nonostante limpatto dei consumi di bevande gassate zuccherate in Italia pesi solo l1% del totale delle calorie assunte (0.6% nei bambini), e i consumi non siano in crescita negli ultimi anni.

Il risultato è che dal 2008 al 2016 i produttori di bevande analcoliche in Italia hanno aumentato del 41% la disponibilità di prodotti riformulati (a ridotto o nullo contenuto calorico), ridotto complessivamente del 22,5% le calorie immesse sul mercato (pari a 264.234.312.000 kcal) e del 20% lo zucchero immesso al consumo (pari a 68.277 tonnellate). Lindustria italiana dei soft drink (Assobibe) ha firmato questi obiettivi con il Ministero della Salute per migliorare le caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari con particolare attenzione alla popolazione infantile (3-12 anni). Questi impegni sono stati rinnovati e rafforzati con la sottoscrizione, a conclusione di Expo 2015, di due protocolli elaborati con il Ministero della Salute per favorire la corretta alimentazione dei bambini.

Per andare incontro al consumatore e alle tendenze “healthy” a tavola, le imprese di soft drink hanno anche ridotto i formati (da 0.75 lt, 0,60 lt e 0,33 lt o lattine da 0,25 lt, da 0.15 lt), che oggi rappresentano il 7% dei volumi. Sono state inoltre introdotte versioni richiudibili per favorire un consumo in più momenti, sono state anche inserite informazioni nutrizionali aggiuntive, per porzione, evidenziata lincidenza percentuale rispetto ai valori giornalieri medi dei nutrienti ed evitate promozioni e manifestazioni a premio che inducano a un consumo eccessivo. Infine, per rafforzare la tutela verso i bambini, le imprese del settore hanno anche eliminato le attività di promozione e pubblicità rivolte ai bambini sotto i 12 anni e di vendita diretta nelle scuole elementari. Comunque, i produttori rimarcano come sul fronte dei soft drink emerga chiaramente dalle ultime statistiche che non c’è correlazione tra i consumi di bibite e il trend di obesità. Difatti i consumi di soft drink sono diminuiti mentre i tassi di sovrappeso e obesità crescono, in particolare in alcune fasce di età. In alcuni territori non c’è correlazione tra indici di consumo di bibite e obesità. Nei Paesi Europei con maggiore consumo di bevande zuccherate si registrano bassi livelli di obesità. E, tanto per fare due esempi contrapposti, lOlanda è uno dei Paesi UE con maggior consumo di soft drink (quasi il doppio dellItalia) ma è agli ultimi posti per numero di obesi (come lItalia).

La Lituania, invece, registra un numero elevato di popolazione obesa ed un consumo di soft drink bassissimo.

 

BISCOTTI, MERENDINE, CEREALI DA COLAZIONE, CRACKERS E GELATI PIÙ AMICI DELLA SALUTE

L’industria dolciaria italiana ha investito oltre 100 milioni di euro nel miglioramento nutrizionale dei suoi prodotti, con il risultato che oggi si trovano sugli scaffali biscotti, cereali da prima colazione, merendine, crackers e gelati più innovativi e nutrizionalmente migliori rispetto a qualche anno fa.

Dal 2008 ad oggi le aziende dolciarie si sono impegnate moltissimo per migliorare gli standard nutrizionali, superando anche i target prefissati nel 2017 in condivisione con il Ministero della Salute. I dati raccolti mostrano un netto miglioramento delle caratteristiche nutrizionali delle cinque categorie merceologiche (cereali per la prima colazione, biscotti, crackers, merendine e gelati), con risultati assai soddisfacenti sul fronte del contenimento di zuccheri, grassi saturi, sodio, innalzamento delle fibre e ridimensionamento delle calorie per porzione dei gelati e delle merendine. Per quanto riguarda i cereali da prima colazione, negli ultimi 10 anni il sodio è stato ridotto del 61%. Nello stesso periodo gli zuccheri sono stati ridotti del 29% gli acidi grassi trans sono stati completamente eliminati dalle aziende dolciarie. Infine, la presenza di fibre è più che raddoppiata, arrivando al +145%. Significativi risultati anche nel settore dei biscotti: i grassi saturi sono stati praticamente dimezzati (-55%), gli zuccheri ridotti del -29%  e gli acidi grassi trans sono stati completamente eliminati, mentre la presenza di fibre è cresciuta del +65%. Nei crackers si è assistito ad una riduzione del sodio del 35%, la presenza di fibre si è quasi triplicata (+140%) e sono stati completamente eliminati gli acidi grassi trans. Importanti risultati anche sul fronte delle merendine: negli ultimi 10 anni è stato ridotto il consumo di zucchero del 29%. Anche sul fronte dei grassi saturi si registra una diminuzione del 20% e il contenuto calorico per porzione è stato diminuito del 21,5%. Infine, per i gelati le porzioni sono scese del 22%. I grassi saturi sono scesi di oltre un terzo (-33%) e gli zuccheri si sono ridotti del 34%.

Quanto alle etichette, sono diventate ancora più complete e trasparenti: le maggiori aziende hanno inserito sulletichetta dei propri prodotti, in aggiunta alla dichiarazione nutrizionale obbligatoria per 100g, anche i valori per porzione e quanto una porzione di prodotto contribuisce al fabbisogno di energia giornaliera (% Assunzione di Riferimento).

Ma, oltre al miglioramento della qualità nutrizionale dei prodotti, la responsabilità dell’industria dolciaria sul tema della salute e degli stili di vita si concretizza con l’assunzione di iniziative volontarie di autoregolamentazione e di promozione, tese a rendere il rapporto con i consumatori sempre più chiaro e trasparente. Ad esempio, con l’obiettivo di tutelare i bambini nei confronti del rischio del sovrappeso e dell’obesità, il settore incoraggia ladozione di pratiche responsabili di pubblicità onesta, veritiera e corretta” attraverso regole e codici di condotta e autodisciplina nel marketing e nella pubblicità. Aidepi (l’Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) ha condiviso con il Ministero della Salute e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria un protocollo (Linee di indirizzo per la comunicazione commerciale relativa ai prodotti alimentari e alle bevande, a tutela dei bambini e della loro corretta alimentazione) che prevede modalitàdi applicazione e monitoraggio di buone pratiche di marketing responsabile. Infine, dal 2007, molte aziende hanno rinunciato alla commercializzazione diretta di biscotti, merendine, crackers e gelati nei distributori automatici delle scuole elementari e medie inferiori per evitare che bambini acquistino prodotti senza il controllo dei genitori.

 

Redazione