Più il marchio è noto, più è facile che sia imitato. Ecco allora che non deve meravigliare se prolifera in tutto il mondo l’imitazione delle eccellenze agroalimentari del Bel Paese. Con nomi evocativi simil-italiani ed etichette che ammiccano allo Stivale e al tricolore, è servito l’inganno al consumatore. Questo è il fenomeno dell’Italian Sounding. Ma cos’è? Come si riconosce? E come si combatte? Le risposte a queste domande sono tutte contenute nel video che vi proponiamo.

Su questo inganno produttori senza scrupoli di ogni continente hanno costruito un business da 90 miliardi di euro. Tutto “Made in Italy rubato” che nuoce alle tante aziende italiane vittime del ‘plagio’ e ai consumatori menati per il naso dal sentore italico del prodotto. Dal vino, alle acquaviti e liquori, formaggi, carne, pasta e prodotti vegetali, non c’è prodotto italiano che sfugga al possibile ‘scimmiottamento’ del nome. Dal parmesan nordamericano alla salsa pomarola venduta in Argentina, dal Parma Salami messicano agli spagheroni olandesi, fino al cin cin con il Kressecco tedesco.

Così è servita in tavola l’illusione del Made in Italy, ma di prodotto autenticamente italiano non c’è niente. Né, ovviamente, delle sue garanzie di qualità e sicurezza alimentare.

 

Redazione