Buoni, pratici, veloci da preparare, economici e di qualità garantita, ecco perché la quasi totalità degli italiani (il 95,5%) non rinuncia ai surgelati. Il cibo sottozero non poteva che trovare la sua genesi, ovviamente, tra le distese ghiacciate delle regioni artiche dove la popolazione eschimese degli Inuit conservava il pescato mettendolo sotto ghiaccio a -40 gradi. I benefici della surgelazione del cibo furono scoperti agli inizi del ‘900 dall’inventore, biologo e imprenditore statunitense Clarence Birdseye che si applicò per una loro produzione su scala industriale fondando negli anni ’20 la General Seafood Corporation. Dagli Usa, l’”onda fredda” del cibo sottozero è arrivata poi in Europa, con la Gran Bretagna a fare da apripista. Dagli anni ’60 il cibo surgelato cominciò a diffondersi anche in Italia, con l’industria nazionale pronta a confezionare i primi minestroni, pizze, bastoncini di pesce e patatine fritte sottozero, e trovando l’immediato apprezzamento dei consumatori.
Il feeling degli italiani con il cibo surgelato è cresciuto negli anni in modo continuo e costante, come riportato nell’infografica sottostante, e ha sfiorato lo scorso anno le 842mila tonnellate, per un valore di mercato intorno ai 4 miliardi e mezzo. I prodotti ittici guidano la classifica dei surgelati più richiesti, seguiti da pizze e snack e dai piatti pronti, nati per ultimi ma in irresistibile ascesa, vista la varietà e il gusto con cui stimolano l’appetito.

Redazione