- Cosa vuol dire DOP, IGP E STG: la sigla DOP sta per Denominazione di Origine Protetta, IGP per Indicazione Geografica Protetta e STG per Specialità tradizionale garantita. Le denominazioni accordano tutela giuridica ai prodotti in virtù di caratteristiche particolari legate all’origine in un territorio specifico. La protezione ha una doppia valenza, culturale ed economica: secondo il regolamento UE 1151/2012 questi prodotti “rappresentano un punto di forza e un vantaggio competitivo importante per i produttori dell’Unione e sono parte integrante del suo patrimonio culturale e gastronomico vivo”. Altra caratteristica specifica, le denominazioni sono un regime di proprietà intellettuale che coinvolgono imprese private e autorità pubbliche e sono espressione di una pluralità di soggetti diversi. Nel senso che non esiste un’impresa che detiene il marchio, ma un insieme di imprese private associate si sottopongono a oneri di produzione maggiori (il cosiddetto disciplinare di produzione) rispetto alle altre imprese per godere di un marchio di garanzia che è conferito dai poteri pubblici. In Italia, questo sistema poggia su una rete di 247 consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole.
- Che differenza c’è tra DOP, IGP E STG: nel caso dei prodotti DOP è all’ambiente geografico di riferimento che sono ascritte tutte le qualità e le caratteristiche del prodotto. Nel caso degli IGP invece si fa riferimento ad una data qualità o caratteristica del prodotto relativa a un determinato territorio. Per ottenere il marchio DOP la produzione, la trasformazione, l’elaborazione del prodotto devono avvenire nell’area geografica determinata. Nel caso dei prodotti IGP il regolamento comunitario fa riferimento alla fase di produzione e/o trasformazione e/o elaborazione che devono avvenire in un dato territorio. STG, infine, è un marchio comunitario privo di relazione con il territorio: né i prodotti STG né le materie prime da cui sono ricavati devono necessariamente essere prodotti nel luogo di origine. La loro specificità riguarda invece la produzione che deve essere seguita secondo il metodo tradizionale di un determinato territorio e che distingue tale prodotto da altri appartenenti alla medesima categoria. Il prodotto, inoltre, per ricevere la certificazione STG deve esistere da almeno 25 anni. L’Italia ha due STG riconosciute: la pizza napoletana e la mozzarella.
- Come si fa a riconoscere un prodotto DOP e IGP: il primo aspetto fondamentale è l’origine, il nome stesso ci dice dov’è fatto, e sappiamo che per produrlo è stato seguito un Disciplinare con regole precise, poi sappiamo chiaramente chi lo commercializza. Il consumatore deve cercare sul prodotto i marchi rosso per la DOP, blu per la IGP, con le stelline dell’Unione Europea.
- Cos’è un Disciplinare: è per prima cosa un patto del produttore verso il consumatore, un insieme di regole per la produzione.
- Questi riconoscimenti valgono solo per i prodotti italiani? No, per tutti quelli dei paesi UE. Il consumatore deve cercare il bollino europeo per essere certo di avere un prodotto certificato.
- Cos’è un consorzio e come agisce: è un organismo volontario per la tutela, promozione, vigilanza, valorizzazione della DOP o IGP. I soci si adeguano a rispettare un sistema non solo di produzione ma anche di controlli a tutela sempre del consumatore. E’ un sistema che ci difende dagli attacchi di imitazioni e contraffazioni. I consorzi hanno anche la mission della valorizzazione dei prodotti.
- Un sistema di controlli eseguiti sui produttori, produce un effetto sugli scaffali di vendita dei prodotti: è fatto dunque anche per proteggere il consumatore? C’è un aspetto peculiare che è quello della vigilanza con agenti vigilatori che lavorano per i consorzi, sono veri agenti di pubblica sicurezza che svolgono l’attività di ispezione sul mercato affiancandosi agli organismi ufficiali. Si tratta di figure che hanno una grande presenza tecnica ed operano sia facendo missioni nei punti vendita sia on line, oppure esaminano le etichette e fanno tutto questo affinché non ci siano usurpazioni sul mercato.
Non a caso la realtà dei consorzi radunata in Aicig-Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche è molto impegnata a difendere il Made in Italy dalle frodi e contraffazioni. Come sottolinea il presidente dell’Associazione, Cesare Baldrighi: «Abbiamo organizzato diversi incontri che si prefiggono di dare ai consorzi e agli operatori del settore più in generale, gli strumenti più idonei per determinare e mettere in atto politiche di tutela e difesa legale del prodotto, senza le quali qualsiasi azione di promozione perderebbe la sua efficacia».
Redazione