Il settore delle conserve ittiche è un prezioso alleato della Dieta Mediterranea, modello nutrizionale ispirato agli stili alimentari tradizionali dei paesi mediterranei e patrimonio dell’Unesco dal 2010. Il consumo di pesce, infatti, rappresenta un punto fermo nella nostra quotidiana alimentazione, perché è ormai noto che si tratta di un alimento che permette di regolarizzare la funzione cardiaca e migliorare la circolazione sanguigna. Una valida alternativa al pesce fresco è quello in conserva, che ne preserva le benefiche proprietà nutrizionali, apportando in particolare Omega-3, cioè acidi grassi polinsaturi, essenziali per l’organismo umano, perché riducono il colesterolo totale e impediscono la formazione di placche nelle arterie.
Parliamo di tonno, sgombri, salmone, sardine in olio o al naturale (in salamoia), ma anche di acciughe sotto sale e sott’olio, vongole, che contengono tutti delle caratteristiche nutrizionali importanti per mantenere in forma il nostro corpo, il quale, assumendoli, si arricchisce di proteine, minerali e vitamine, necessarie non solo agli sportivi e ai bambini ma anche agli anziani.
Questo è stato ancor più vero negli ultimi anni, tanto che per il tonno in scatola si può parlare di una nuova “golden age”. Una “età dell’oro” che ha avuto la sua spinta durante i mesi di lockdown con 1 italiano su 2 che ne ha aumentato il consumo. Gli italiani, secondo studi recenti, considerano il tonno in scatola un alimento gratificante nei momenti difficili e questa rilevazione trova conferma con l’aumento del 33% dei consumi proprio durante le fasi più dure della crisi pandemica.
Quello delle conserve ittiche è un settore che oggi, in Italia, secondo i dati dell’ANCIT l’Associazione nazionale Conservieri Ittici, ha un valore di oltre 1,8 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi attribuiti al tonno in scatola, (+6% rispetto al 2019) che vanta una produzione nazionale consistente, oltre 80mila tonnellate, con il consumo che invece ha toccato quota 160mila tonnellate, in forte crescita rispetto agli anni passati.
Dati, quest’ultimi, che fotografano come il mercato delle conserve ittiche, anche durante le restrizioni da lockdown, abbia continuato a crescere non solo fra i consumi interni degli italiani, ma abbia raggiunto quote di mercato estero importanti con le esportazioni che hanno toccato le 30.500 tonnellate (+18,6%) con un valore di oltre 200 milioni di euro, confermando il crescente interesse per il nostro prodotto all’estero, sia dai Paesi UE che dai Paesi terzi.
Dati complessivi che fanno dell’Italia il secondo produttore europeo dopo la Spagna e uno dei principali mercati al mondo per il consumo di tonno in scatola che è presente, secondo una recente ricerca, nel 99% delle nostre case, attestando così che oltre 1 italiano su 3 lo consuma 2-3 volte a settimana e facendo di fatto del tonno in scatola, uno degli alimenti preferiti dalle famiglie italiane.